Ogni generazione porta con sé dei cambiamenti, negli anni 70, per gli italiani la vacanza era uno spazio preciso, si partiva per fare un mese di mare e là in un albergo, si mangiava piuttosto bene, l’anno era fatto di lavoro, il periodo estivo per le vacanze.
Poi dagli anni 90 in poi le cose sono profondamente mutate, la crisi economica e le esigenze differenti, hanno reso quel modello di vacanza non più praticabile, infatti pensare oggi di fare un mese di mare, costi e crisi economica che incidono è diventata un’impresa impossibile.
La vacanza rimane nella mente degli italiani un percorso da fare, nessuno rinuncia alla vacanza, magari si accorcia il periodo, si cercano soluzioni più economiche, la vacanza resta però una tappa fondamentale nel modo di vivere di noi italiani, semplicemente cambiano le esigenze e si cercano soluzioni differenti.
Cresce nella cultura degli italiani e non solo un segmento specifico, quello della vacanza alternativa o per meglio dire fuori dai soliti percorsi caotici che rendono la vacanza un momento non sempre di relax come si vorrebbe, code sulle autostrade, caos sulle spiagge non vengono più percepiti come una vacanza, si cerca un modo diverso di viverla.
L’agriturista italiano e anche quello straniero hanno un identikit specifico, si parla di una persona che si aggira intorno ai 50 anni, sposato e con due figli tra i 18 e i 9 anni, vuole andare in campagna per godersi un pò di relax e mangiare anche nel modo giusto.
Tra le proprie esigenze c’è anche quella di avere un contatto diretto con il gestore dell’agriturismo, un modo diverso di fare vacanza e di percepirla, più a stretto contatto non solo con la natura, cercando anche un rapporto più caldo e umano con i proprietari, fondato sui valori del contatto diretto e della condivisione.
Un modo di fare vacanza molto diverso, sul sito www.agriturismo.it, potete trovare tutta una serie di strutture che sposano questa filosofia fondata sul benessere personale, ad Arezzo, ad AgriTour emerge proprio questo.
Un segmento di persone tra italiani e stranieri che arriva a 6 milioni di persone, la rete Rural pride, coordinata da Fabio lo Savio, cerca proprio di intercettare proprio questi agriturismi fuori dalle rotte solite, legati a luoghi e momenti particolari, più intimi e meno commerciali.
I blogger assaggiano i prodotti, promuovendo e raccontando poi la storia della struttura.